Terza fase: Reinserimento Sociale
È l’importante, difficile, ma imprescindibile momento della verifica e richiede un grande supporto da parte degli operatori con i quali si instaura gradualmente un rapporto empatico e di fiducia.
Si articola in una prima fase ancora residenziale durante la quale l'utente si inserirà nel contesto sociale in modo sempre più autonomo. La finalità del progetto riabilitativo è il raggiungimento dell’autonomia, attraverso un lavoro di consapevolezza e gestione delle proprie problematiche, non solo correlate all’uso di sostanze stupefacenti ma anche alle difficoltà patologiche che lo caratterizzano, in modo da poter garantire una vita sociale sana e attiva.
Il progetto di avvio al reinserimento è residenziale (minimo di tre mesi), viene elaborato attraverso la collaborazione con i Servizi di appartenenza e, in determinati casi, tenendo conto di eventuali impedimenti di legge. Esso ha lo scopo di raggiungere obiettivi formativi e/o lavorativi e una autonomia socio-relazionale più ampia.
Nel caso in cui non dovessero sussistere i requisiti necessari per sostenere autonomamente la fase del successivo Reinserimento sociale vero e proprio, il Servizio inviante si farà carico di individuare una struttura intermedia (centri diurni, case famiglia ecc.) per proseguire il suo percorso, e/o di curare il suo rientro in famiglia.

Durante la fase di Avvio al reinserimento, il percorso dell'utente si articolerà all’interno di alcune regole precise e fisse il cui rispetto, oltre ad avere una funzione di tutela, che si esplica attraverso la continuità della dimensione contenitiva, rappresenta la conditio sine qua non per la prosecuzione del programma stesso.
Nello specifico:
  1. 1. I lavori e/o i corsi formativi dovranno essere diurni. I ristoranti e i bar dovranno rimanere esclusi dalle possibilità di scelta
  2. 2. Nel caso in cui gli ospiti abbiano dichiarato il proprio domicilio presso la Comunità sarà premura dell’operatore contattare il datore di lavoro per accordi sulle modalità di pagamento, nel caso contrario il controllo verrà effettuato sulla busta paga
  3. 3. Dalla seconda mensilità lo stipendio verrà convogliato su un libretto postale di proprietà dell’utente, che però verrà lasciato in deposito nella cassaforte della struttura
  4. 4. Tutte le spese dovranno essere documentate tramite scontrini. Nel caso di mancata esibizione degli stessi, al ritorno da ogni uscita e, naturalmente, più in generale per il settimanale, è prevista una penale: la volta successiva non verranno dati i soldi pattuiti
  5. 5. Le uscite dovranno essere tutte diurne (il rientro è previsto per l’ora di cena), strutturate e concordate con gli operatori di riferimento. Per quanto concerne il primo mese sarà possibile effettuarne, da soli, una a settimana della durata di tre ore ognuna, escluso il trasporto. Per il secondo mese, se le precedenti uscite saranno risultate, negli appositi colloqui di verifica, proficue, sarà possibile effettuarne due della stessa durata
  6. 6. Per tutta la durata della suddetta fase intermedia (tre mesi) sarà possibile trascorrere, se la situazione si presenta adeguata e funzionale al miglioramento della qualità del percorso dell’utente, presso le famiglie di appartenenza, un fine settimana al mese. Naturalmente tutto ciò sarà possibile solo se vi è stata una prima visita effettuata in compagnia di un operatore o di un familiare conosciuto e affidabile
  7. 7. I cellulari, i portafogli, le chiavi di auto e moto dovranno venire riconsegnati in ufficio al rientro dal lavoro.
Gli strumenti utilizzati durante tale fase sono:
  • Colloqui: di sostegno e approfondimento delle difficoltà che si riscontrano in tale delicata fase, sia con gli operatori che con lo psichiatra
  • Gruppi di preparazione al reinserimento: tenuti da un operatore della struttura, tratta argomenti relativi all’assunzione di responsabilità, al concetto di auto-aiuto, alle difficoltà correlate alla fase del reinserimento e alla socializzazione esterna.